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"La riforma “differente”. Piccola antologia parlamentare.
di SERGIO GATTI
sgatti@federcasse.bcc.it
Resteranno agli atti parlamentari. La consultabilità via internet li rende a portata di mano. Il loro destino è comunque quello di essere letti dall’occhio di uno storico o di uno studente per la propria tesi. Ma in questi giorni subito dopo la pubblicazione in Gazzetta della legge 49/2016, possiamo sfogliare di corsa qualche brano dei resoconti dei dibattiti svoltisi alla Camera e al Senato in fase di conversione in legge del Decreto 18/2016 di riforma del Credito Cooperativo. Con lo sguardo già rivolto alla “fase realizzativa”, vale la pena chiudere la “fase normativa” senza perdere di vista il valore di un confronto che ha visto il nostro Parlamento, apertamente, dibattere un tema chiave come quello della riforma delle banche di comunità, particolarmente avvertito nei territori e tra coloro che, al massimo livello istituzionale, di quei territori sono i rappresentanti.
E’ l’embrione di una minuscola “Antologia parlamentare”. Racchiude alcuni interventi di deputati e senatori che hanno colto la valenza epocale della riforma delle BCC. A cominciare dalle parole dell’on. Giovanni Sanga, relatore del provvedimento alla Camera dove la Commissione Finanze ha recepito pressoché totalmente le istanze migliorative proposte da Federcasse.
“Una grande storia, intelligente e creativa” (On. Giovanni Sanga, PD, Relatore del provvedimento alla Camera dei Deputati, 21 marzo).
“Le Banche di Credito Cooperativo-Casse Rurali rappresentano nel nostro Paese una grande storia. Di intelligenza creativa, di dinamismo sociale, di protagonismo comunitario” (…) “Negli anni della doppia recessione che ha segnato profondamente il nostro Paese, le BCC hanno saputo svolgere un ruolo insostituibile divenendo spesso l’unico riferimento di piccole aziende e di intere filiere produttive in difficoltà”. (….)
“Penso si possa parlare di un processo di autoriforma che ha trovato nel Governo e nel Parlamento degli interlocutori aperti che hanno raccolto le istanze più significative, a seguito di un confronto durato diversi mesi”. (…)
“Nel corso dell’esame in Commissione sono stati apportati miglioramenti e integrazioni di rilievo al testo del decreto, come del resto si conviene nella normale dialettica Governo-Parlamento”.
“Un provvedimento non solo utile, ma necessario” (On. Enrico Morando - Vice Ministro dell’Economia. Dibattito alla Camera di Deputati, 21 marzo).
“Si tratta, prima di tutto, di un provvedimento che noi consideriamo utile, anzi addirittura necessario, per il conseguimento di uno scopo che credo sia assolutamente condiviso, cioè il rafforzamento e la stabilizzazione di questa componente fondamentale del sistema del credito cooperativo italiano”.
“BCC, un sistema peculiare” (Sen. Paolo Arrigoni - Lega Nord. Dibattito in Senato, 5 aprile).
“Le banche di credito cooperativo hanno sempre adattato, nella stragrande maggioranza dei casi con pieno successo, il loro modello di finanziamento alle diverse realtà in cui operavano: un sistema peculiare che ha dimostrato una straordinaria capacità di resistere e ammortizzare gli effetti di crisi finanziarie devastanti come quella vissuta nel 2008, con code anche negli anni seguenti, e in molti casi le banche di credito cooperativo sono rimasti gli unici istituti ad erogare il credito a famiglie e imprese”.
“Non rinunciare al protagonismo dei territori”
(Sen. Franco Panizza - Gruppo per le Autonomie. Dibattito in Senato, 5 aprile).
“Il Decreto legge in conversione, per come è stato corretto, ha comunque il merito di tenere conto della specificità del sistema italiano, evitando contaminazioni con modelli come quello francese e olandese, che poco hanno a che fare con le necessità del nostro credito”. (…)
“Credo che l'obiettivo debba essere quello di un sistema solido, sufficientemente patrimonializzato, che intenda la tutela del risparmio come mantenimento di un forte legame con il territorio e anche come una forte dimostrazione di democrazia, perché le casse rurali e le banche di credito cooperativo sono comunque gestite dai soci e ogni testa vale un voto. Il credito cooperativo nato anche per svolgere una funzione di carattere sociale e a questa sua missione deve essere sempre ricondotto, pena la perdita di un patrimonio di valori, di responsabilità e di protagonismo dei territori, ai quali sarebbe assurdo dover rinunciare”.
“Una vera, autentica, riforma democratica”. (Sen. Luigi Marino - Vice Capo gruppo al Senato di Area Popolare - già presidente di Confcooperative. Dibattito in Senato, 6 aprile).
“Ci sono e ci saranno profondi cambiamenti nel credito cooperativo di tutto il mondo. Se le cooperative di credito italiano rimanessero così come sono, inizierebbe il loro declino. Dunque, la riforma che oggi votiamo favorirà la nascita di un gruppo bancario con una solida capogruppo, il cui capitale maggioritario è in mano alle BCC; un gruppo che si fonda sul protagonismo della singola banca di credito cooperativo, che rimane intestataria della licenza bancaria e dove rimane intatta la pratica della mutualità e della
partecipazione cooperativa”. (…)
“A differenza di quanto avviene in Europa, è stata introdotta la gradazione dei poteri della capogruppo in relazione al grado di meritevolezza della singola BCC. I poteri della capogruppo saranno proporzionati alla rischiosità delle banche aderenti. Ecco perché questa è una grande riforma”. (…)
“Bisogna riconoscere alla Federcasse di essersi autoriformata,di avere proposto un progetto, e riconoscere che il Governo ha di fatto validato questa riforma. Dunque, alle preoccupazioni che con questo decreto-legge si imbocca la strada dell'omologazione forzata del credito cooperativo al gigantismo bancario la nostra risposta è no: questa è una vera, autentica, riforma democratica”.
“BCC, funzione vitale per l’economia” (Sen. Claudio Moscardelli, PD. Relatore del Provvedimento al Senato, 6 aprile).
“Il provvedimento deve essere inquadrato in un nuovo contesto rispetto al quale la funzione importante del sistema delle banche di credito cooperativo può essere preservata se abbiamo il coraggio di cambiare e non se invece ci attestiamo su una posizione di blocco o di resistenza ai cambiamenti, perché - in tal modo – arrecheremmo un danno alla funzione vitale per la nostra economia reale che svolge il sistema delle banche di credito cooperativo”. (…)
“La riforma va nella direzione di preservare le caratteristiche fondamentali del nostro importante sistema legato al territorio, alle piccole e medie imprese, agli artigiani, alle famiglie e, allo stesso tempo, dà gli strumenti per rimanere competitivo sul mercato, per tutelare i cittadini, le imprese e i loro risparmi. Se noi rinunciassimo alla volontà di riforma e di innovazione del sistema, andremmo nel senso contrario”.
“Una biodiversità bancaria da sostenere” (Sen. Mauro M. Marino, PD, Presidente Commissione Finanze e Tesoro del Senato. Dibattito in Senato, 6 aprile).
“Personalmente sono soddisfatto del testo accolto dalla Camera dei deputati, poiché l'impianto del progetto della Federcasse è stato confermato. Sono garantite alternative all'adesione al gruppo delle BCC, ma senza stravolgere i principi della cooperazione”. (…)
“Furono proprio le banche di credito cooperativo all'interno dell'indagine conoscitiva sul sistema bancario che permise di avere una fotografia positiva di quello che era, ed è, il sistema bancario in Italia ad aver innescato un processo di autoriforma e ad aver deciso di discutere questo processo con il Parlamento. Gli elementi fondamentali emersi in quel seminario si ritrovano assolutamente tutti nel decreto legge presentato alla nostra attenzione”. (…)
“Il credito cooperativo rappresenta un elemento di peculiarità. Si è parlato, soprattutto nel dibattito in Commissione, di una biodiversità finanziaria, che ha bisogno di essere sostenuta in un momento di rapidi mutamenti. Non lo si fa con le risorse pubbliche, ma attraverso una impalcatura giuridica che risponde all'esigenza di vigilanza sistemica e salvaguarda le singole realtà economiche vicine al territorio, mette a fattore comune servizi ed esperienze ed è una risposta forte del sistema della politica”.
“Banche ispirate al principio di mutualità” (On. Enrico Morando - Vice ministro dell’Economia. Dibattito in Senato, 6 aprile).
“Questa è la soluzione attraverso la quale le singole banche di credito cooperativo confermano la loro natura di banche ispirate al principio di mutualità, confermano la loro natura di banche particolarmente radicate su specifiche porzioni di territorio, ma si collegano e si aggregano nazionalmente per affrontare problemi, a partire dalle dotazioni patrimoniali di capitale, che sono affrontabili in una chiave di maggiore aggregazione”. (…)
“Riconosco che la via d'uscita che il Governo aveva individuato nel testo originario era una soluzione sbagliata; l'abbiamo riconosciuto apertamente. Forse andrebbe considerato questo elemento, perché non era tanto sbagliata con specifico riferimento alle banche di credito cooperativo, ma era una soluzione che metteva in discussione un principio fondamentale del movimento cooperativo nel suo complesso: la cooperativa la puoi sciogliere, se vuoi, e la puoi trasformare in SpA, ma, per piacere, le riserve che in parte significativa sono frutto delle agevolazioni fiscali che lo Stato riconosce sacrosantamente, in applicazione della Costituzione, alle cooperative le devolvi al fondo mutualistico”.
“Riportare la persona al centro dell’attività economica”. (Sen. Cinzia Bonfrisco, Conservatori e Riformisti. Dichiarazione di voto. Aula del Senato, 6 aprile).
“Il Decreto legge che ci apprestiamo a convertire ha recepito gran parte delle proposte che, dopo mesi di lavoro, il credito cooperativo ha messo a punto e che, ancora prima della scorsa estate, aveva consegnato alle autorità competenti Governo e Banca d’Italia con l'ambizione di disegnare un nuovo modello di integrazione a rete non mutuato da altre realtà omologhe europee”. (…)
“Sosteniamo convintamente, il coraggioso e virtuoso processo delle BCC, che vogliamo accompagnare verso un'economia che sappia riportare la persona al centro dell'attività economica, anche perché in quei territori, insieme alle BCC, alle imprese e alle famiglie ci viviamo, ci lavoriamo e siamo qui a rappresentare”.
“Le BCC hanno continuato a sostenere l’economia reale” (Sen. Andrea Mandelli, Forza Italia. Dichiarazione di voto. Aula del Senato, 6 aprile)
“Le BCC, in quanto banche di prossimità, hanno seguito sino alla fine i propri creditori e non li hanno abbandonati al proprio destino, come spesso hanno fatto le grandi banche non radicate territorialmente. Insomma, hanno continuato a curare la loro clientela di elezione, le imprese di minori dimensioni e le famiglie, avendo il vantaggio di disporre di informazioni, anche qualitative che hanno reso più efficaci le politiche di erogazione del credito”. (…)
“Proprio nel periodo di crisi, le banche del territorio, pur faticando a salvaguardare la loro stabilità di fronte alla pressante richiesta che viene dalle comunità di riferimento, hanno agito da veri e propri ammortizzatori degli shock economici”.
Nella serata del 23 marzo, al termine del voto in Assemblea, la Camera dei Deputati ha accolto - grazie anche al parere favorevole del relatore Sanga e del Viceministro Morando, a nome del Governo - un Ordine del giorno volto a impegnare il Governo a prevedere la continuità del ruolo delle strutture federative del Credito Cooperativo anche nella fase di transizione al Gruppo BancarioCooperativo.
In particolare, l’Ordine del Giorno (n. 9/3606-A/107 proposto dall’On. Barbanti) impegna il Governo a “prevedere che l’associazione nazionale del credito cooperativo e le strutture federative del territorio ad essa associate, oltre a continuare a svolgere la funzione di revisione cooperativa ai sensi dell'art. 18 del decreto legislativo 2 agosto 2002, n. 220, continuino altresì ad assicurare il proprio ruolo di servizio e assistenza tecnica altamente specializzata oltreché di rappresentanza istituzionale alle banche di credito cooperativo loro aderenti, e che - in particolare - siano poste nelle condizioni di esercitare: a) i compiti assegnati da disposizioni legislative e regolamentari, verificando, in particolare, il mantenimento delle finalità mutualistiche del credito cooperativo; b) i poteri di rappresentanza territoriale anche nei confronti dei gruppi bancari cooperativi costituiti ai sensi del decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385, nell'interesse delle banche di credito cooperativo aderenti.
Per motivi di spazio non è possibile riportare altri interventi. Gli atti sono comunque consultabili su:
www.camera.it/leg17/207